(Legame con l'ambiente geografico)
A) Informazioni sulla zona geografico
A 1) Fattori naturali rilevanti per il legame.
La zona geografica delimitata comprende il territorio dei Comuni di Suvereto, Sassetta, Monteverdi
Marittimo e parte del territorio amministrativo dei comuni di Piombino, San Vincenzo, Campiglia
Marittima e Monteverdi Marittimo. Dal punto di vista geologico abbiamo la presenza di calcari
cavernosi e calcari neri stratificati del trias medio superiore. . La parte collinare che borda a valle
è caratterizzata da litologie appartenenti ai domini : Toscano, Austro – Alpino e Ligure, mentre
nelle zone pianeggianti i depositi sono essenzialmente neoautoctoni. Da sottolineare la presenza di
estesi eventi intrusivi di rocce magmatiche associati a mineralizzazioni a skarne “solfuri metallici”.
Le caratteristiche del suolo agrario dell'intera area sono spiccatamente favorevoli alla coltivazione
della vite. La tessitura evidenzia frazioni granulometriche rappresentate dal medio impasto, dal
medio impasto sabbioso e dal medio impasto argilloso. La reazione del terreno è essenzialmente
subalcalina, con presenza anche di ph neutro ed in minor misura alcalino.
La presenza di sostanza organica è generalmente al di sotto della media come la dotazione di azoto
totale. Buona invece la dotazione di fosforo assimilabile e talvolta molto elevata quella di potassio
assimilabile.
Sotto l'aspetto agropedologico buona parte della zona è rappresentata da terreni alluvionali leggeri
sabbio- limosi e lima – sabbiosi, profondi e freschi, e da terreni alluvionali pesanti limosi e argillosi,
profondi e freschi. Le condizioni climatiche che si riscontrano nella zona sono tali da creare un
habitat particolarmente idoneo alla viticoltura di qualità. Le temperature non sono mai
particolarmente ostili, ma anzi nel periodo primaverile favoriscono con la loro mitezza un
equilibrato sviluppo vegetativo, una ottima fioritura ed allegagione. Le temperature estive e
l'insolazione e l'illuminazione garantiscono sempre una ottima maturazione ed il raggiungimento di
ottimali indici di maturazione per tutte le varietà di vite coltivate.
Eventi meteorici particolarmente dannosi quali gelate primaverili e siccità prolungate ricadono solo
raramente. Anche le precipitazioni hanno una buona distribuzione concentrandosi essenzialmente
nel periodo di inizio primavera ( Marzo - Aprile ) ed autunnale ( Ottobre - Novembre). La
temperatura media si attesta intorno ai 14 ° e la piovosità annuale non supera i 650 mm. Le zone più
interne risultano avere anche una discreta escursione termica che favorisce la naturale esaltazione
dei profumi e degli aromi del vino. In effetti il territorio per le peculiari caratteristiche
pedoclimatiche è particolarmente vocato alla produzione di vini di qualità confermando la naturale
predisposizione di questi territori alla produzione di vini di qualità con forti caratteri di tipicità e
spiccata identità.
A 2) Fattori umani rilevanti per il legame.
La storia della viticoltura in Val di Cornia parte da molto lontano, e si intreccia con la storia degli
Etruschi, dei Romani, per poi passare dal basso ed alto medio evo ed arrivare ai giorni nostri.
Probabilmente il primo segno della presenza e della coltivazione della vite in questa zona ci è
testimoniato da Plinio il Vecchio il quale nella sua “Naturalis Historia” – libro XIV segnala che in
Populonia c'era una vite talmente grande da averci scolpito il volto di Giove. Questa vite è ricordata
anche da Targioni Terzetti nel XVII secolo d.C. nel suo “Viaggio in Toscana”. L'impero Romano
da queste parti sviluppò la coltivazione della vite e l'uso del vino in modo razionale ed esteso. Nel
XIV secolo la famiglia Della Gherardesca, proprietari feudali da Cecina fino a Follonica, dette un
ulteriore impulso alla diffusione dell'attività vitivinicola effettuando piantagioni di vigneti nei nelle
aree di Campiglia Marittima, Sassetta e Suvereto. Un incremento più consistente ed esteso delle
attività viticole ed enologiche si ebbe a partire dal XVII secolo, con la nascita dell'Accademia dei
Georgofili e con lo spezzettamento del latifondo a causa della eredità e dei fallimenti economici dei
proprietari, che dettero impulso ad una impostazione agricola diversa dal passato. Intorno al 1830 si
ebbero le prime bonifiche , ed esse portarono nuovi spazi agricoli ed anche nuovi vigneti e nuove
cantine. Emanuele Repetti nel suo dizionario del 1843 scrive a proposito dei terreni bonificati “
…pianure e campi tramezzati di vignetie oliveti. Ora colui che attraversasse il piano di Campiglia e
le pendici del suo poggio stupirebbe in vedere l'uno e l'altre coperte di vigne, di oliveti…vedrebbe
vaste campagne adorne di vigneti disposti a filari, poggianti alle canne (anche se) alcune moderne
piantagioni sono all'uso fiorentino…” Gli archivi comunali offrono alcuni dati sulla consistenza dei
vigneti molto interessanti. Nel 1834 la superficie vitata è di 530 ettari ; nel 1842 sale a 748 ettari ;
nel 1875scende a 582 ettari. Agli inizi si pigiava l'uva nel vigneto per poi portare il mosto in
fattoria o nella proprietà, nelle quali c'era la grande cantina. In seguito si fecero piccole cantine
poderali. Il consumo del vino continuò ad avere i suoi canali : la maggior parte venduto in botti, , ed
il resto per autoconsumo dei proprietari. Le prime testimonianze di un certo valore culturale –
eroico l'abbiamo nel 1886 con la partecipazione di cinque produttori di Suvereto all'Esposizione
Mondiale di Roma; sette anni dopo tre produttori di Campiglia partecipano alla mostra di Zurigo ;
nel 1907 alcuni produttori sono ad un concorso enologico sui vini di Toscana. Con il dopoguerra
l'area cerca lentamente di avviare un percorso di valorizzazione e riconoscimento delle produzioni
vitivinicole, e con un progressivo lavoro di qualificazione dei vini, nel 1980 nasce la prima mostra
dei vini della Val di Cornia e negli anni a venire il riconoscimento della DOC “Val di Cornia”.
B) Informazioni sulla qualità e sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o
esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico.
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Val di Cornia Rosso” è riferita alle tipologie
base e riserva previste dal disciplinare di produzione, le quali sotto gli aspetti analitici ed
organolettici evidenziano caratteristiche riconoscibili, ben evidenti e peculiari. Le stesse sono
descritte all' art. 6 del disciplinare. Dette caratteristiche esprimono una chiara caratterizzazione ed
identità dei vini legata all'ambiente geografico e che si esprimono in tutte le componenti visive,
olfattive e gustative. I vini presentano un modesto tenore di acidità, il colore è rosso rubino intenso,
e con l'invecchiamento evolve verso il granato. Il profumo è intenso, elegante ed ampio, e ricorda la
frutta rossa di bosco e la confettura nei vini più invecchiati. Il sapore è caldo ed asciutto,
consistente, giustamente tannico, con note speziate e sentore di legno nei prodotti invecchiati I vini
esprimono caratteri di grande equilibrio che mettono in evidenza la perfetta interazione
vitigni/territorio. I vini per i quali è previsto l'invecchiamento, si arricchiscono con il tempo, di
profumi, aromi e sapori più intensi, consistenti e persistenti.
C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A e quelli di cui
alla lettera B.
Il particolare ambiente pedo-climatico della zona, e l' ottimale esposizione dei vigneti concorrono a
determinare un ambiente nel quale i più importanti elementi naturali favoriscono positivamente tutte
le funzioni vegeto – produttive della pianta e la perfetta ed equilibrata maturazione dei frutti. Nella
scelta dei terreni ove collocare i vigneti vengono privilegiate le zone con buona esposizione adatti
ad una viticoltura di pregio e di qualità. La secolare storia vitivinicola della zona dove insiste la
DOCG “Val di Cornia Rosso” , e la continua e positiva opera dell'uomo, è la prova della stretta
connessione ed interazione esistente fra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche dei
vini “Val di Cornia Rosso”. In effetti il territorio per le proprie caratteristiche pedoclimatiche è
particolarmente vocato alla produzione di vini di qualità confermando la naturale predisposizione di
questi territori alla produzione di vini con forti caratteri di tipicità e spiccata identità.
L'intervento dell'uomo nel corso dei secolo ha tramandato sul territorio le tradizionali tecniche di
coltivazione della vite e di produzione del vino, le quali durante l'epoca moderna e contemporanea
sono state migliorate ed affinate con il progresso scientifico e tecnologico fino ad ottenere gli attuali
vini rinomati.