Il vino fa male?
Certo, bere vino non è da tutti, specie in quantità anche poco più che modeste.
Alcune condizioni di salute fanno del vino una bevanda controindicata o da bere con estrema moderazione. Del resto, non si dice sempre: “bere responsabilmente?”.
Alcune condizioni sfavorevoli al consumo di vino sono la presenza di valori alti di trigliceridi nel sangue, la presenza di glicemia alta (o diabete), la tendenza a soffrire di cefalee ed emicranie. Il vino, infatti, può innalzare ulteriormente il livello dei trigliceridi, aumentare i valori del diabete e provocare noiosi mal di testa nei consumatori predisposti, grazie alla presenza di solfiti, istamina e tannini (che, paradossalmente, sono anche uno degli aspetti della qualità del vino).
Naturalmente, questi “effetti collaterali” possono aumentare con l’aumentare dei bicchieri bevuti.
IL VINO FA BUON SANGUE
Fatta questa dovuta premessa, però, per la quasi totalità degli amanti del vino che non soffre di alcuna delle patologie appena elencate, gli effetti benefici del consumo responsabile di vino sono veramente tanti. Anzi, gli effetti positivi ottenuti dal consumo di un buon bicchiere di vino sono così tanti, che la bilancia pende decisamente a favore della nostra bevanda preferita. Tutto sta a “bere con moderazione” (già l’avevamo detto questo?) e a usare le proprie doti di buon senso.
Il vino contiene numerose sostanze che possono risultare utili per contrastare gli effetti di diverse patologie. La calcolosi renale, la pressione alta o ipertensione, la sindrome di Parkinson, alcune malattie cardiache sono solo alcuni dei problemi di salute che possono trarre vantaggio dall’assunzione – moderata e responsabile, certo – di un buon bicchiere di vino.
Gli effetti benefici del vino – specie quello rosso – sono dovuti alla presenza del resveratrolo e dei flavonoidi.
In particolare, nel vino si trovano, oltre a tante altre, due sostanze chimiche non alcoliche, i flavonoidi e il resveratrolo, che agiscono come antiossidanti (sostanze chimiche amichevoli) e che prevengono i “radicali liberi” (sostanze chimiche nocive), dannosi per le cellule del corpo.
Inoltre, il resveratrolo è un componente attivo del vino che impedisce la formazione di coaguli di sangue, la formazione di placche nelle arterie e viscosità plasmatica: tutti problemi che riducendo il flusso di sangue e che possono causare attacchi di cuore o ictus al cervello.
Un recente studio sembra indicare il resveratrolo come attivo nei confronti della coagulazione e che, quindi, possa aiutare la condizione cardiaca, riducendo il rischio di infarto e malattie coronariche.
Inoltre, in diversi studi di laboratorio, pare che il resveratrolo abbia ridotto lo sviluppo del cancro.
Il vino rosso contiene molto più resveratrolo di quelli bianchi o rosati e, in particolare, il lambrusco – appropriatamente detto “sguaramaiale” oppure “sgrassaporco” – ne è particolarmente ricco. Questa caratteristica è dovuta al metodo di vinificazione che prevede la fermentazione in presenza delle bucce per il vino rosso e in assenza di esse nella produzione di vino bianco.
RESVERATROLO
Il resveratrolo è un fenolo presente nella buccia degli acini d’uva, nel vino, in alcune bacche e in alcuni semi oleosi come le arachidi e viene usato, nella medicina orientale, per curare i disturbi di cuore e fegato. Nel vino, il contenuto di resveratrolo è maggiore nel vino rosso che in quello bianco o in quello rosato.
FLAVONOIDI
I flavonoidi, meglio conosciuti come “Vitamina P” sono un gruppo di sostanze – oltre 5.000 – molto diffuse nelle piante superiori. Potenti antiossidanti, possono aiutare le funzionalità del fegato, del sistema immunitario e dei vasi capillari e possono prevenire patologie cardiovascolari, infiammatorie e, addirittura, alcune forme tumorali. Gli effetti più evidenti apportati dai flavonoidi al nostro organismo discendono ampiamente dalla loro capacità di limitare i danni da radicali liberi, che possono provocare molte patologie croniche degenerative.
Una moderata quantità di vino può contribuire alla fluidificazione del sangue, all’aumento del colesterolo HDL – quello “buono”, per così dire – e alla riduzione del colesterolo LDL – quello considerato “dannoso”.
È per questo che è nato il mito – ma sarebbe meglio definirla “bufala” – del cosiddetto “Paradosso Francese“, secondo il quale, nella popolazione Francese, notoriamente forte consumatrice di grassi animali come burro, latticini, formaggi e foie-gras, sarebbe afflitta da una bassissima incidenza di malattie cardiovascolari per l’abituale, ampio consumo di vino.
Chiarito, quindi, che il vino “può far male” solo se consumato irresponsabilmente, in quantità smodate, in contesti sbagliati e, soprattutto, in presenza di patologie preesistenti e che, quindi, alle giuste dosi FA DECISAMENTE BENE, torniamo anche a un tono più conviviale: il vino, bianco, rosso, rosato, fermo, frizzante, effervescente che sia, è il perfetto accompagnamento dei cibi. E quanto più buono e gustoso è il cibo che mangiamo, tanto più il vino deve esserne degno.
Salute!