Un vino che arriva dal Medioevo: Il Ruché della Vigna del Parroco
Un comune piccolissimo – Castagnole Monferrato, meno di 1.300 abitanti sui Colli Astigiani, un prete di campagna dall’anima vignaiola e un vitigno autoctono la cui storia affonda le proprie radici nel Medioevo sono gli ingredienti che hanno permesso al sacerdote in questione – Don Giacomo Cauda, scomparso nel 2008 – di creare il Ruchè Di Castagnole Monferrato DOCG di Vigna del Parroco. Soprannominato anche «il Piccolo Barolo del Monferrato», è un vino ricco ed elegante, unica cru del Ruché riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole.
DOCG dal 2010, la produzione del Ruchè Di Castagnole Monferrato DOCG è limitata a sette comuni in provincia di Asti: Castagnole, Montemagno, Grana, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi. Una produzione che ha rilanciato l’intero territorio con una DOCG di 136 ettari, 35 aziende e oltre 700mila bottiglie prodotte nel 2016.
Le caratteristiche del Ruché sono:
- colore: rosso rubino non troppo carico con leggeri riflessi violacei che poi divengono tendenti all’aranciato con l’invecchiamento;
- profumo: intenso, persistente, leggermente aromatico, fruttato;
- sapore: secco o amabile, armonico leggermente tannico, di medio corpo con leggera componente aromatica.
A “scoprirlo” fu l’enologo, cuoco, gastronomo e scrittore Luigi Veronelli, che lo inserì nel catalogo Bolaffi nel 1960
Si abbina molto bene con formaggi saporiti di media-alta stagionatura (Castelmagno, Grana Padano e tome varie) e con i piatti tradizionali della cucina piemontese come la bagna càuda, la finanziera, gli agnolotti e con secondi piatti a base di selvaggina.